Fisioterapia peniena
La fisioterapia peniena si può applicare a tre principali problematiche del pene:
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pene piccolo congenito o acquisito
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disturbi dell’erezione.
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Ipersensibilità del glande con eiaculazione precoce
Per pene piccolo congenito si intende un pene che in erezione non raggiunge la lunghezza ritenuta normale su base statistica e corrispondente a circa 13 cm. Il pene cosiddetto piccolo è un pene armonicamente sviluppato ma avente dimensioni modicamente ridotte rispetto alla media. Nel caso di peni molto ridotti si parla invece di micropeni. In questi casi si cerca con procedure chirurgiche di incrementarne le dimensioni con risultati generalmente poco soddisfacenti. Per pene piccolo acquisito di intende un pene di medie dimensioni che a seguito di un processo di fibrosi o per lo sviluppo di placche di fibro-sclerosi localizzata ( Induratio penis plastica ,IPP) si retrae perdendo elasticità e lunghezza sia a riposo che, in modo più marcato, in erezione.
Attualmente nel mondo vi sono alcune decine di milioni di individui che presentano una condizione reale di pene piccolo. Mediamente le dimensioni oscillano tra 11 e 15 cm con un valore medio di 13, misurato a pene stirato con un righello posto in posizione orizzontale e poggiato sulla sinfisi pubica, dalla base pubica alla punta del glande. Al disotto di questa misura si configura un’area di individui che, pur non rientrando nella categoria della ipoplasia peniena (micropene) presentano dimensioni inferiori alla media, cioè 7/11 cm a pene stirato. Questa condizione, pur non comportando disturbi funzionali, provoca un forte disagio vissuto al giorno d’oggi con molta sofferenza dal momento che circolano sul web immagini dell’organo maschile di dimensioni generalmente superiori alla media che generano sia nella popolazione maschile che femminile confronti e aspettative deludenti e frustranti. Facendo leva sulla fragilità psicologica di tali soggetti sono comparsi in rete tantissimi siti di dispositivi e prodotti in pillole o crema che promettono risultati rapidi e sicuri di allungamento anche di molti centimetri, risultati che ovviamente non possono essere raggiunti.
Le metodiche fisiche che vengono proposte qui ottengono risultati limitati ma sicuramente ottenibili a condizione che le procedure vengano effettuate in modo corretto e puntuale, con perseveranza basata sulla convinzione di ottenere nel tempo gli effetti desiderati. Qualunque terapia basata sull’applicazione di forze nasce da un concetto insito nella mente dell’uomo e suffragato da esperienze maturate nel corso dei secoli, che cioè qualunque struttura corporea sottoposta ad opportune e costanti forze di tipo fisico subisce piccole e continue alterazioni che portano col tempo a variazioni dimensionali della struttura stessa. E’ a tutti noto l’esempio di talune usanze tribali come l’applicazione di collane ad anello poste intorno al collo di donne africane che nel tempo hanno modificato la lunghezza del collo anche di molti centimetri. E nel collo è presente una struttura ossea come la colonna cervicale. In questo caso hanno ceduto progressivamente alla trazione le strutture più cedevoli quali, oltre a quelle dei tessuti molli, i legamenti intervertebrali con aumento della distanza tra i corpi vertebrali. Questo esempio dimostra come una trazione continua e di modesta intensità, possa provocare nel tempo delle variazioni anatomiche ragguardevoli. Nell’epoca moderna sarebbe molto difficile ricorrere a procedure di questo tipo perché l’uomo di oggi sembra non avere mai tempo sufficiente per procedure lente e prolungate che richiedono costanza e sacrificio. Noi riteniamo che la tipologia e la tempistica dei trattamenti che andremo a proporre al termine del capitolo dedicato alla fisioterapia sia compatibile con la velocità e la molteplicità delle azioni e degli interessi dell’uomo di oggi. Tra queste vogliamo brevemente descrivere il
? Jelq, una forma di massaggio del pene conosciuta e praticata nel mondo arabo nei tempi passati che oggi può essere abbinata ad altre procedure. L’automassaggio del pene va praticato seguendo determinate regole basilari ma soprattutto dosando la forza di trazione applicata. E’ opportuno che il massaggio sia preceduto da una applicazione di calore sull’organo che può essere fatta con impacchi caldo-umidi ( pannolini imbevuti di acqua calda e strizzati) ovvero, in modo più pratico e veloce, con aria calda emessa da un fon (ascuigacapelli). Una volta raggiunta una buona vasodilatazione si procede alla lubrificazione del cilindro penieno con opportuni gel e si effettuano massaggi stringendo alla base l’organo tra il pollice e l’indice della mano destra articolati ad anello in modo da stringere il pene e portare la maggior parte del sangue in esso contenuto dalla base verso la punta. In tal modo si tende a distendere le componenti anatomiche del pene attraverso l’azione del sangue che dall’interno espande le strutture che lo contengono. Tenete presente che il pene anche a riposo ha un elevato contenuto di sangue essendo formato in prevalenza dal tessuto erettile che è appunto una struttura vascolare. Si pratica questo massaggio ripetutamente evitando di stimolare le parti più sensibili dell’organo con possibile eiaculazione involontaria. Si pratica questo massaggio per almeno cinque minuti. Questo massaggio imita una mungitura come si fa ai capezzoli bovini per estrarre il latte; e Jelq significa appunto mungitura. In aggiunta alla mungitura si possono effettuare altri tipi di manipolazioni finalizzate allo stiramento del cilindro penieno e alla trazione del legamento sospensore. Per effettuare lo Stretching si afferra il pene tra il pollice e l’indice/medio della mano dx nella regione balanica ( sotto il glande) e si stira verso l’avanti e lateralmente a sinistra e poi a destra. Bisogna mantenere il pene stirato per almeno un minuto in ciascuna delle tre posizioni indicate. Queste trazioni come dicevo sopra devono essere fatte modulando la forza in modo da non provocare lesioni. Come dirò in seguito è preferibile fare lo stretching dopo aver indossato i rings elastici per alcuni mesi. Molto utili sono gli esercizi di trazione sul legamento sospensore. Il legamento sospensore ( cfr. dopo nel capitolo dedicato) è una struttura robusta che mantiene il pene ancorato alla sinfisi pubica e riduce la possibilità di estensione elastica del pene sotto trazione. Ridurre progressivamente la forza di ancoraggio di tale legamento è importante per favorire una maggiore estensione del pene sia in trazione che in erezione e per consentire al pene movimenti più ampi in erezione. L’esercizio più efficace per esercitare una trazione sul legamento sospensore, secondo la mia esperienza, consiste nell’afferrare il cilindro penieno tra le dita e il palmo della mano destra (o sinistra) stando in piedi con le ginocchia leggermente flesse e facendo passare l’avanbraccio dx ( e la mano) sotto le cosce dal dietro in avanti; in tal modo, spostando lateralmente lo scroto con l’altra mano, si riesce, dopo aver afferrato il pene, a esercitare su di esso una buona trazione tirando verso dietro e mantenendo la trazione per almeno un minuto. Con l’altra mano si potrà palpare il legamento stirato, alla radice del pene al margine e al disotto dell’arcata pubica, ed esercitare su di esso delle spinte e delle trazioni ulteriori, potenziando la trazione indiretta operata sul pene in toto. Si possono adoperare con molto vantaggio entrambe le mani nell’afferrare il pene sovrapponendo la mano sx alla destra per aumentare la forza di trazione. Anche questo esercizio riesce meglio se il pene ha già guadagnato lunghezza e doppiezza ( girth) attraverso precedenti cicli di stretching e applicazione di rings.
RISULTATI. Il jelq ottiene risultati modesti in relazione al tempo speso. Si consiglia l’esercizio per il legamento sospensore che ottiene risultati più rilevanti.
?Stretching. Lo stretching fa parte, secondo le modalità di applicazione più semplici, del Jelq. In questa sezione vogliamo descrivere lo stretching operato con l’ausilio di dispositivi. Tali dispositivi sono i rings di silicone e gli apparecchi detti Stretchers disegnati allo scopo. Entrambe le procedure possono essere effettuate dal soggetto stesso a casa propria anche se, soprattutto quella coi rings, può essere meglio applicata dall’Andrologo fisioterapista, attraverso l’adozione di lettini con schienale regolabile, che facilitano e potenziano la trazione. Inoltre l’Andrologo potrà verificare su un dinamometro inserito sulla linea di trazione l’effettiva forza traente e quindi evitare trazioni eccessive con rischio di danni.
Lo stretching con i rings prevede l’applicazione di due rings di silicone, uno più morbido, a diretto contatto col glande, l’altro più duro per resistere alla trazione. Su questo anello va annodata la fettuccia di trazione che poi viene ancorata al collo del paziente attraverso l’interposizione di un dinamometro che misura la forza di trazione. La trazione viene regolata agendo sullo schienale riducendo l’angolo di inclinazione dello stesso con il comando elettrico del lettino. Il paziente viene tenuto in trazione per trenta minuti.
Gli Stretchers sono piccoli apparecchi che vanno applicati sul pene. Sono costituiti da una base ad anello poggiata sul pube e da due cilindri contenenti delle molle metalliche che spingono in avanti il pene strangolato con un laccio di silicone. Vengono proposti tempi di utilizzo del dispositivo eccessivi che possono compromettere l’apporto vascolare e quindi la vitalità dei tessuti. Inoltre per tutto il tempo di applicazione bisogna rimanere a casa non essendo possibile tenere applicato lo Stretcher sotto i pantaloni. A mio parere è preferibile applicare la trazione con i rings molto meno traumatici e con forze di trazione verificate.
Lo Stretching può essere adoperato utilmente in associazione alla terapia per infiltrazione per trattare l’IPP sia che il pene resti alquanto diritto sia che si presenti deviato in erezione. Naturalmente l’efficacia della terapia di associazione farmaco-fisioterapica è tanto maggiore quanto più precoce è il trattamento in relazione all’insorgenza dei sintomi.
RISULTATI. Lo Stretching ottiene il risultato di avere un pene più lungo a riposo. Questo effetto è reale in quanto le fibre elastiche presenti nei vari compartimenti dell’organo si allentano e si allungano rendendo meno retratto il pene in condizioni di flaccidità. Questo risultato viene avvertito e verificato dal paziente che dopo un certo tempo, variabile in relazione alla risposta individuale, si accorge della variazione del proprio pene. Diversa è la situazione in relazione ad un incremento reale del pene, soprattutto in erezione, che avviene molto più lentamente e in misura ridotta. L’efficacia come coadiuvante nella terapia dell’IPP dipende dalla tempestività del trattamento in relazione all’esordio della malattia.